L’etica è innovazione. L’etica è direzione. L’etica è valore.

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Nel cuore della norma UNI 11814:2021, la Carta Etica si propone come strumento culturale e operativo, capace di mettere in luce ciò che davvero conta: il senso profondo del perché si innova. L’innovation manager, infatti, non è solo un abilitatore tecnologico, ma un custode del futuro. E il futuro non si costruisce solo con algoritmi e strategie: si costruisce con valori e visione.

Ogni decisione presa senza una base etica rischia di generare effetti collaterali gravi: inequità, alienazione, sfiducia sociale. La Carta Etica ci ricorda che ogni innovazione deve essere giusta prima che efficace, equa prima che efficiente, sostenibile prima che scalabile.


Principi universali, responsabilità personali

Il testo della Carta non detta regole rigide, ma principi forti e chiari, ispirati alla Costituzione Italiana, alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Tra questi:

  • Dignità: ogni processo innovativo deve rispettare la centralità della persona.
  • Giustizia: l’accesso all’innovazione deve essere equo, inclusivo, aperto.
  • Libertà: l’innovazione deve espandere le possibilità, non limitarle.

Ma accanto ai principi, troviamo i valori operativi che danno forma concreta all’agire quotidiano del professionista:

  • Legalità e trasparenza: agire secondo le regole, ma anche secondo coscienza.
  • Servizio e dedizione: mettersi a disposizione del bene comune, con impegno costante.
  • Competenza e coraggio: studiare, aggiornarsi, ma anche osare, rischiare, decidere.
  • Ascolto e umiltà: perché nessuna innovazione può essere imposta dall’alto, e nessun manager può pensare di sapere tutto.

Il principio del duplice effetto: agire con lucidità, decidere con equilibrio

Una delle intuizioni più potenti della Carta è il principio del duplice effetto: ogni azione può produrre benefici e danni. Sta al professionista valutarli, pesarli, agire con consapevolezza. Non basta avere buone intenzioni: serve progettare scenari, prevedere conseguenze, essere proattivi nella prevenzione dei danni collaterali.

Questo approccio non solo eleva il profilo dell’innovation manager, ma rafforza la fiducia dell’organizzazione e della società nei confronti dell’innovazione stessa.


La leadership etica: il vero vantaggio competitivo

La Carta Etica professionale, dunque, non è un freno, come qualcuno potrebbe pensare. È esattamente il contrario: è una leva competitiva, reputazionale, strategica. In un mondo in cui ogni organizzazione deve rendere conto del proprio impatto ambientale, sociale, digitale, l’innovation manager etico diventa un ponte tra il futuro e il presente, tra la tecnologia e la comunità, tra il profitto e il progresso.

Innovare con etica non è solo la cosa giusta da fare. È anche, sempre più spesso, la cosa più intelligente da fare.


Conclusione: il professionista del futuro è anche un umanista

Se c’è una lezione che la Carta Etica ci lascia, è questa: non esiste vera innovazione senza coscienza. L’innovation manager del futuro sarà sempre più un umanista tecnologico, capace di tenere insieme sistemi complessi, scelte strategiche e valori profondi. Sarà un narratore di futuro, ma anche un custode di responsabilità.

Ed è proprio da qui che può nascere un’innovazione autentica: non solo nuova, ma anche giusta; non solo veloce, ma anche profonda; non solo brillante, ma anche umana.

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